sabato 31 agosto 2013

Dichiarazione di Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale di Torino eletto nel PD, dopo che Silvio Berlusconi ha firmato i 12 referendum radicali, tutti e dodici, nessuno escluso, pur non condividendone alcuni:

 Le 12 firme di Berlusconi sui 12 quesiti referendari tolgono ogni alibi a chiunque. Ora non vi è più alcun alibi per nessuno, a destra come a sinistra. Lo spirito dei referendum è che si apra la discussione e che siano i cittadini a pronunciarsi su quei temi sui quali la politica e il Parlamento sono paralizzati, incapaci di discutere e decidere. Ecco perché applaudo con viva soddisfazione al fatto che Silvio Berlusconi abbia firmato tutti e 12 i referendum, non solo quelli sulla giustizia. Ricordando che è completamente falso che i referendum sulla giustizia aiutino Silvio Berlusconi nelle sue vicende giudiziarie, credo che l’esempio di Silvio Berlusconi possa e debba essere seguito da tutti. Ora non c’è più alibi per nessuno, a destra come a sinistra. - See more at: http://www.associazioneaglietta.it/2013/08/31/referendum-dopo-le-12-firme-di-berlusconi-piu-nessun-alibi-per-nessuno-a-destra-come-a-sinistra/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=feed#sthash.0rBf3c3b.dpuf
LE FOTO CHE RITRAGGONO IL CAVALIERE A FIRMARE I REFERENDUM RADICALI
http://www.ilgiornale.it/gallery/berlusconi-firma-i-referendum-dei-radicali-946729/1.html

Berlusconi: "Il governo deve continuare"

Il leader del Pdl firma i referendum promossi dai radicali: "Giusto che gli italiani possano votare"

Detto fatto. Silvio Berlusconi ha ufficialmente sposato la causa dei Radicali per la riforma della giustizia, non limitandosi a un appoggio politico ma letteralmente, come ormai si dice di questi tempi, mettendoci la faccia.
Anzi la firma. Così, il leader Pdl si è recato personalmente a sottoscrivere i quesiti preparati dai radicali "per una giustizia giusta".
Il Cavaliere ha scelto per l’occasione il tradizionale banchetto per le firme allestito dal partito di Marco Pannella a Largo di Torre Argentina, cioè a un passo dalla storica sede Radicale e altrettanto vicina a Palazzo Grazioli. E il leader del Pdl è giunto accompagnato dal leader dei Radicali con il quale ha avuto un nuovo colloquio - ieri mattina si era intrattenuto a lungo in casa Pannella - questa volta nella sua residenza.
"Firmo anche quelli su cui non sono d’accordo perché credo sia giusto che agli italiani sia dato il diritto di esprimere il loro voto, con un sì o con un no, sui problemi che gli vengono sottoposti. Non c’è niente nei referendum sulla giustizia che possa riguardare la mia posizione", ha sottolineato Berlusconi.
Dal gazebo in piazza Argentina, l'ex premier ha ribadito che il governo Letta "fa cose egregie e voglio che continui". "I giornali hanno messo come mio ultimatum il fatto che cadrebbe il governo se fosse votata la mia decadenza. Non ho mai pronunciato questa frase: in un ragionamento con i nostri ho ricordato che questo governo l’ho voluto io fortemente e sono convinto che all’Italia serva un governo che continui a governare. Non sono neanche d’accordo con le critiche al governo che in situazioni difficili ha fatto cose egregie, come per l’edilizia", ha spiegato Berlusconi.
Che poi ha aggiunto: "Spero che possa continuare a lavorare ma è assurdo che una forza democratica che è alleata al governo con un’altra forza democratica possa restare a collaborare al tavolo del governo se gli venisse sottratto il leader". Berlusconi si è poi rivolto a Pannella: "Ti immagini cosa avrebbero fatto i comunisti se avessero sottratto De Gasperi alla Democrazia Cristiana? Ti immagini cosa sarebbe successo al contrario se la Dc avesse sottratto Togliatti?. Né Togliatti, né De Gasperi erano fondatori del partito come lo sono io della nostra forza politica. Quindi io auguro a questo governo di continuare ad essere a palazzo Chigi e spero che il buon senso prevalga nella testa di chi, preso dalla voglia di eliminare l’avversario politico che per vent’anni si è messo sulla loro strada, perché non possono lasciar prevalere questa tendenza anti democratica rispetto al bene e all’interesse del Paese".
http://www.ilgiornale.it/news/interni/berlusconi-governo-deve-continuare-946721.html

Marco contro Marco

Pannella fa il gestaccio a Travaglio: il Cav se la ride

Nel banchetto delle firme dei radicali, non solo accordi: parte anche il "va a quel paese" a Marcolino

Marco Pannella e Silvio Berlusconi, seduti vicino nel tradizionale banchetto per le firme allestito dai radicali a Largo di Torre Argentina. A un certo punto Pannella tira in ballo un altro Marco, ma Marco chi? "Marco, sì ma quale, ce ne sono tanti - dice - tanti Marco e tante marchette". E allora "A Marco Travaglio, scusa eh!", e parte il gestaccio. Il Cav, dal canto suo, se la ride.

Berlusconi: "Nessun ultimatum, Letta deve continuare"

POLITICA – Il Cavaliere: “Non sono d'accordo con certe critiche perchè il governo sta facendo cose egregie”. “Faremo la riforma della giustizia attraverso i referendum” ripete e suggella con un abbraccio a Pannella anche il patto sull'amnistia.
berl “Non ho pronunciato nessun ultimatum, io ricordo che questo governo è stato voluto fortissimamente da me, e sono convinto che l'Italia abbia bisogno che il governo continui a governare”, Silvio Berlusconi arriva al banchetto organizzato dai radicali a Roma per la campagna referendaria. Nega ultimatum al governo e firma i referendum radicali,  non solo i sei sulla giustizia ma anche quelli su cui “non sono d'accordo”, dice, “Con questa firma voglio affermare il diritto dei cittadini italiani”, ad esprimersi con un voto. 
Oggi cambia toni e registro ma non la sostanza del messaggio che aveva inviato ieri al partito democratico. “Ti immagini cosa avrebbero fatto ai comunisti avessero sottratto De Gasperi alla Democrazia Cristiana? Ti immagini cosa sarebbe successo al contrario se la Dc avesse sottratto Togliatti?”. Tra l'altro aggiunge il leader Pdl, “né Togliatti, né De Gasperi erano fondatori del partito come lo sono io della nostra forza politica. Quindi - conclude - io auguro a questo governo di continuare ad essere a palazzo Chigi e spero che il buon senso prevalga nella testa di chi, preso dalla voglia di eliminare l'avversario politico che per vent'anni si è messo sulla loro strada”.
“Io di colpe ne ho una sola – ironizza-  non essere mai riuscito a convincere gli italiani a darmi il 51% dei voti”. Se sul governo Berlusconi alterna attacchi e mediazioni, usa invece durissime parole contro i magistrati ‘rossi’“. “Ora faremo la riforma della giustizia attraverso i referendum” ripete e suggella con un abbraccio a Pannella anche il patto sull'amnistia.
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giovedì 29 agosto 2013

comunicazione del blog

Vi comunico che le lettere provengono direttamente dal carcere.Mio marito che si trova detenuto le riceve e me le consegna.Ogni lunedi io riceverò da lui le lettere che pubblicherò immediatamente.Perciò seguiteci! Grazie Davide e Francesca
Un'amnistia che guardi al futuro
Valter Vecellio

Nelle carceri situazione ingovernabile. Amnistia: indispensabile, necessaria, inevitabile

Intervistato dal “Sole 24 Ore”, Emanuele Macaluso dice una cosa di “semplice” e puro buon senso: “Per la situazione delle carceri l’amnistia non è solo indispensabile e necessaria, ma inevitabile”. Punto, e meglio non si poteva e doveva dire.
Carcere palermitano dell’Ucciardone: uno dei più “delicati”. L’allarme arriva da Domenico Nicotra, segretario generale aggiunto di un sindacato della polizia penitenziaria, l'Osapp. Timori relativi all'ordine e alla sicurezza penitenziaria: “Sono a rischio per l'insufficienza di poliziotti penitenziari. Ormai esiguo personale in servizio nell'istituto palermitano non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. È gravissimo che un importante presidio di sicurezza qual è un istituto penitenziario non possa adempiere al proprio mandato e questo perché negli ultimi anni nessun significativo incremento di poliziotti penitenziari sia stato disposto dal Dap”.
Ucciardone paradigma della situazione generale delle strutture carcerarie italiane. Se la situazione dei detenuti, infatti, tra sovraffollamento e carenze igienico-sanitarie è divenuta ormai insostenibile e la condanna dell'Unione Europea in tal senso è giunta senza appello, come un coro unanime, quella degli agenti penitenziari (gli "altri detenuti") non è di certo migliore: sottodimensionamento, stress, turni insostenibili e supporto psicologico carente costituiscono problematiche comuni all'intera categoria, la cui vita lavorativa è divenuta ormai impossibile. “I numerosi casi di suicidio tra i poliziotti”, sottolinea Nicotra, “rappresentano la manifestazione più drammatica ed evidente del fatto che i penitenziari sono divenuti strutture invivibili sotto tutti i profili: umano e lavorativo. Pochi agenti penitenziari, troppi detenuti: le carceri italiane sono sempre più bombe ad orologeria pronte ad esplodere”.
La situazione delle carceri, dunque. I dati forniti dall'Associazione Antigone sono eloquenti e significativi. La piaga del sovraffollamento è tutt'altro che sanata: all'inizio di questo mese i detenuti dei penitenziari italiani erano 64.873, 17.414 in più della capienza ufficiale. Secondo le stime di Antigone, i posti letto sono ben inferiori ai 40.000 dichiarati. Poco meno di 30.000 persone vivono in spazi ritenuti degradanti dalla Corte di Strasburgo, che prevede regole molto chiare rispetto alla capienza e agli spazi da garantire a chi sconta una pena. Inoltre, i lunghi tempi burocratici accorciano la vita dei detenuti malati.
 
 
Il numero dei detenuti, dunque, non cala. Le presenze di reclusi nelle carceri italiane hanno smesso di crescere, ma non sono certo diminuite in modo significativo. Quale sia poi la capienza effettiva delle nostre carceri, questo nessuno lo sa, ma anche da documenti ufficiali del Ministero della Giustizia, si sa che il dato ufficiale è ampiamente sovrastimato, mentre il piano straordinario di edilizia penitenziaria continua a non produrre effetti.
Secondo le valutazioni di Antigone, il numero di posti letto è di molto inferiore a 40.000, il che stabilisce un tasso di sovraffollamento più alto di tutta la UE. Nelle carceri italiane la media dei detenuti è circa 170, ma i posti letto non sono mai più di 100. Poco meno di 30 mila persone quindi vivono in spazi ritenuti degradanti dalla Corte di Strasburgo. Per la Corte Europea non prevedere almeno tre metri quadri a persona nei luoghi di detenzione comporta la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea del 1950 sui diritti umani, che proibisce la tortura e ogni forma di trattamento inumano o degradante.
Sono, ad oggi, molte centinaia i ricorsi pendenti per questioni legate allo spazio insufficiente nei penitenziari italiani. La valutazione di questi ricorsi è al momento bloccata nell'esame da parte della Corte europea in attesa che l'Italia assuma provvedimenti sistemici. Entro maggio 2014 le nostre case circondariali dovranno necessariamente contenere tanti detenuti quanti saranno i posti letto a disposizione, in modo tale da porre fine allo scempio dei 30.000 carcerati che non possono civilmente seguire le norme stabilite al livello internazionale. È credibile che in pochi mesi si possa fare quello che non si è riusciti a fare in anni? Evidentemente no. Inevitabile, dunque, il fioccare di salatissime condanne; risarcimenti a tutti i detenuti che faranno ricorso, e a pagare, alla fine della fiera sarà il contribuente, tutti noi. Se tutti e 30.000 i detenuti senza spazio vitale dovessero fare ricorso, il nostro Stato dovrebbe spendere circa 450 milioni di euro a titolo di risarcimento.
Non solo. Tra i tanti problemi che il sovraffollamento carcerario comporta, uno dei più delicati è quello della salute delle persone detenute, accentuato dalla mancata soluzione di alcuni gravi problemi emersi da quando la competenza della sanità dei ristretti è passata, nel 2008, dal Ministero della Giustizia al Servizio sanitario nazionale. “Al trasferimento della sanità penitenziaria alle Ssn”, spiega Fiorentina Barbieri, coordinatrice dello Sportello di tutela dei diritti di Antigone del carcere di Roma Rebibbia Nuovo Complesso “non ha fatto seguito un'adeguata pianificazione della gestione del settore da parte della Asl. Accade quindi che i ritardi e le carenze nell'assistenza dei malati acuti e cronici, le gravi carenze nelle attività di riabilitazione, le modalità inadeguate di distribuzione dei farmaci”. Tutto questo solo a Rebibbia, con i suoi quasi 1.800 detenuti, un terzo dei quali oltre la capienza regolamentare.
Alcuni casi danno l’idea della situazione. R. N., 54 anni, con sospetto tumore alla prostata, attende da gennaio di eseguire una biopsia prostatica necessaria per la diagnosi. D. I., 37 anni, affetto da glaucoma bilaterale, totalmente cieco all'occhio destro, con parziale capacità visiva all'occhio sinistro da mesi non effettua alcuna terapia né è sottoposto a nessuna visita specialistica. H. I., 49 anni, zoppica per una frattura pluri frammentata al femore sinistro, ha subito diverse operazioni con trapianto d'osso, è alloggiato in cella con altre 5 persone e bagno alla turca, di cui non riesce a usufruire. C.I., 41 anni, non cammina a causa di interventi precedenti alla colonna vertebrale, convive con forti dolori, ma non è sottoposto ad alcuna fisioterapia né a terapia del dolore, se non con analgesici generici.
Non solo a Rebibbia, ovviamente; la situazione è generale. Dal carcere di Messina, Q.V., 34 anni, è affetto da una rara malattia alle spina dorsale che gli ha procurato una definitiva paralisi agli arti inferiori; è interessato poi da incontinenza ordinaria e fecale, ma dichiara di non essere visitato da oltre 3 mesi. Da Napoli-Poggioreale, scrive D.G., affetto da neoplasia vescicole: chiede di essere curato per evitare la perdita dell'arto inferiore destro. D.P., detenuto obeso di quasi 200 chili racconta di essere stato prima alloggiato a San Vittore (Milano) in una cella al quarto piano senza uso di ascensore, con bagno alla turca, è stato poi trasferito nel vicino carcere di Opera, in una cella con un accesso al bagno troppo piccolo e, successivamente, spostato a San Gimignano, a 500 chilometri di distanza dai propri parenti, tutti residenti a Milano e costretto a dormire in un letto a castello molto stretto.
Desi Bruno, garante dei detenuti della regione Emilia Romagna, che “vive” quotidianamente la situazione, parla di “carcere sempre più povero e sempre più misero, totalmente fuori dai parametri di legalità costituzionale e convenzionale e in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla questione sollevata meritoriamente dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia con ordinanza 13.02.2013 relativa alla possibilità di non eseguire pene detentive in istituti che non garantiscono i parametri minimi di umanità del trattamento e delle condizioni di vita”. Un carcere, aggiunge, che va “doverosamente ridimensionato nei numeri da provvedimenti di clemenza che specificamente dovrebbero prendere la forma della l'indulto, perché l'amnistia aiuta a realizzare le riforme del sistema penale e giudiziario, ma non riduce le presenze in carcere”.
Non si può accettare un provvedimento di clemenza? Si tratterebbe di una resa dello Stato? Si chiede Bruno. “Forse la realtà descritta dalla sentenza Torreggiani della Cedu dell’8 gennaio scorso, o dall'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Venezia e quella che quotidianamente caratterizza gli istituti di pena italiani cosa rappresentano, se non la resa dello Stato di fronte alla impossibilità di garantire un livello minimo di dignità delle persone?. L'elemento decisivo che giustifica il provvedimento chiesto anche dall'attuale Ministro di Giustizia è dato proprio dalla consapevolezza che, in nessun altro modo, si potrà ottemperare alla sentenza Torreggiani e al limite temporale imposto per la messa a norma del sistema penitenziario. E allora si faccia, senza ipocrisia: senza attendere il sacrificio di altre vite umane”.
Chissà che prima o poi, questa ragionevole proposta non riesca a farsi strada e convincere anche i più riottosi. Non foss’altro perché non si vede un’alternativa praticabile.
GIUSTIZIA, BERNARDINI: AMNISTIA MISURA DI CIVILTA’. GRAVE SE NE PARLI SOLO IN RELAZIONE A BERLUSCONI

L’amnistia? “Grave che se ne parli oggi, e tutti si pronuncino a favore o contro, perché legata al caso Berlusconi. Quando la questione era posta da noi, nonostante i tanti scioperi della sete e della fame di Pannella, pochi ci si sono filati…”. Rita Bernardini non ha peli sulla lingua e sulla questione amnistia, e più in generale su quella della giustizia, mette le cose in chiaro in una intervista alla Stampa.
“La cosa importante sono le dichiarazioni del ministro della Giustizia Cancellieri” continua la radicale, da sempre in prima linea con i Radicali per la battaglia sui temi delle carceri e della riforma della giustizia che stanno portando avanti assieme alla raccolta firme per i referendum. La Cancellieri, “Già al momento dell’insediamento disse che era favorevole all’amnistia e lo avrebbe detto in tutte le sedi possibili. Lo sta facendo, tanto di cappello. Ora, dopo 30 anni dal caso Tortora, chiediamo che finalmente si affronti un problema che non è tra le ultime cause dello sfascio anche economico del Paese”.
“Se ci fosse un dibattito serio sui media, anche a livello di dati e cifre, allora il Parlamento sarebbe posto di fronte a un’assunzione o meno di responsabilità. Ma non c’è mai stato un dibattito approfondito: vorremmo che il Parlamento fosse posto di fronte al fatto che il Comitato dei ministri del Consiglio di Europa da 30 anni ci condanna per la irragionevole durata dei processi” continua.  ”Quando se ne parla sembra qualcosa di scandaloso, invece l’amnistia è prevista dalla Costituzione per governare situazioni disastrose. A che punto dobbiamo arrivare per prevedere l’ipotesi di adottarla?”.

martedì 27 agosto 2013

http://www.radicali.it/rassegna-stampa/grande-coalizione-pacificazione
http://www.radicali.it/rassegna-stampa/lamnistia-ora-come-conferma-della-certezza-del-diritto
http://www.radicali.it/rassegna-stampa/subito-l-amnistia-contro-l-illegalit-nostre-carceri
http://www.huffingtonpost.it/marco-perduca/amnistia-unica-via_b_3809265.html

Lettera di Colombo Giorgio

Mi chiamo Colombo Giorgio ed anch'io sono vittima della lunghezza della giustizia italiana e dei cumuli indiscriminati.Difatti nel 2009 mi è arrivato un provvedimento di cumulo risalente a ben 7 anni prima e divenuto definitivo.Sono stato "accompagnato" alla Casa Circondariale di S.Vittore in Milano.Da quel momento è iniziata la mia odissea carceraria,nei vari istituti di pena della penisola italica o almeno nella zona Nord/centrale.Il primo trasferimento avvenne dopo poche settimane a Perugia,nel carcere di Capanne,istituto con grandi problemi di sovraffollamento e carente di organico.Provo questa mia accusa con il fatto,concretamente provato da me stesso,insieme agli altri detenuti di suddetto carcere,che eravamo costretti in una cella angusta,in 3 persone,per ben 22 ore al giorno,in contrasto con i diritti umani. Costituzionalmente in teoria garantiti.Tengo a precisare che a Perugia si trova a ben 400km di distanza dal mio luogo di residenza,Milano,quindi è evidente il disagio arrecato ai miei cari familiari.Nei successivi 12 mesi al trasferimento a perugia venni sballottato qua e là,tra Perugia e le carceri dell'hinterland milanese(Monza,Opera,S Vittore),con mio estremo disagio e difficoltà di adattamento,anche per il fatto che avrei voluto intraprendere un serio programma riabilitativo/terapeutico,cosa impossibile,dal momento che i magistrati di sorveglianza variavano di continuo.Se mi avessero lasciato,per lo meno in Lombardia o meglio ancora in zona Milano,avrei potuto presenziare alle mie udienze con più serenità mentale.Dopo questa prima odissea finalmente,all'apparenza,venni trasferito nel carcere di Opera,dal quale dopo circa un anno,usciì affidato ad una comunità.Per varie incomprensioni,la stessa mi tolse la disponibilità e quindi tornai in carcere.Questa volta a Pavia,tale "Torre del gallo"sovraffollato come tutti gli altri.Da qui venni trasferito di nuovo al carcere nel quale mi trovo tuttora,a Voghera(Pv).Oramai prossimo,dopo quasi 5 anni,al fine pena,irrevocabile(24 settembre 2013).Sono in ansia per un probabile provvedimento di sicurezza,addirittura in O.P.G(Ospedale Psichiatrico Giudiziario)!!!Per legge non dovrebbero nemmeno più esistere tali barbari centri di finto monitoraggio.Dopo tutto ciò mi trovo stanco,disadattato e per nulla rieducato da questo sistema malato,che calpesta i diritti umani con le sue leggi cancerogene(M.Pannella).Un esempio concreto sono sulle leggi sulla droga,sull'immigrazione e sulla recidiva(Bossi/Fini-Fini/Giovanardi Cirielli)che ingolfano fino all'esplosione il sistema carcerario italiano,condannato dall'Europa intera.Nonostante io sia a fine pena mi batto con tutto me stesso,perchè questo non colpisca altri detenuti,esseri umani anche loro,nonostante gli sbagli.Per concludere,cito famose parole di un grande personaggio del passato:"Non fare agli altri ciò che non vorresti essere fatto a te!!"Confucio
e come diceva un vecchio saggio..."per la prossima fine del mondo,speriamo che me la cavo!!!"
                                    Colombo Giorgio

Riceviamo e pubblichiamo da Giorgio,questa testimonianza che mostra davvero l'odissea che una persona reclusa subisce nel corso della sua detenzione.Giorgio tocca altri temi molto importanti quali,la riabilitazione in carcere,la rieducazione tanto evocata dai tanti Ministri che hanno occupato Via Arenula fin oggi.Il problema,uno dei tanti,in italia è che questa funzione rieducativa del condannato è totalmente assente.Chi dovrebbe essere destinato a comunità terapeutiche vive quotidianamente il suo stato di tossicodipendenza dietro a delle sbarre che non comunicano altro che ulteriore rabbia,stress e tutto ciò è assolutamente controproducente perché il carcere deve,prima di ogni cosa,svolgere un'attività conoscitiva del singolo detenuto,destinandolo poi alla struttura dove il senso della pena può realmente essere espiato,secondo le caratteristiche personali,giudiziarie ecc ecc del singolo individuo.In Italia tutto questo non esiste o meglio,non lo fanno funzionare perché lo Stato non stanzia i fondi per rendere queste strutture civili dove il trattamento del detenuto viene osservato.E' questo il senso della pena in italia?tutto questo,contribuisce ad imbestialire l'essere umano che non concepisce per sè stesso e per chi gli vive accanto un trattamento così contrario a quello che stabilisce la Costituzione.Come si può rendere una pena effettiva se essa viene espiata in questa maniera?Il sistema penitenziario,così com'è richiede un azzeramento totale e una riforma vera e giusta che deve partire proprio dalla carceri.La condanna prevede l'espiazione in carcere ma non in questo modo perché i lager sono già esistiti e non vogliamo ricordarne l'esistenza.Il fascismo in Italia è tramontato da anni,eppure ci ritroviamo nel 2013 a sentire e leggere dalle testimonianze che riceviamo, TORTURE vere e proprie di cui un paese dovrebbe provare vergogna e nient'altro!e' triste e terrorizzante sapere che tutto questo è opera dell'uomo ai danni di un altro uomo,fatto di carne ed ossa, come chi, stabilisce ed impone queste torture!Ringraziamo Giorgio per la testimonianza che ci ha reso! Davide e Francesca

Lettera di Lucchetta Mirko

Io sottoscritto Lucchetta Mirko nato il 26 Ottobre 198,scrivo a codesta Associazione per dire a tutti coloro che non sanno cosa succede all'interno di un carcere,come siamo trattati noi qui dentro.Incomincio col dirvi che in certe strutture penitenziarie ho trovato un'accoglienza non molto delle migliori,perchè appena entrato nel carcere di Don Soria(Alessandria) nel 2008,quindi io avevo 26 anni,vi dico che la perquisizione personale consiste con lo spogliarsi(nudi),cosi da vedere che non si introduca nulla di strano nel carcere.Fino a qui ci può stare,non ci sta però che ti fanno flettere sulle gambe per vedere se nell'ano si nasconde qualcosa,invece dovrebbero portarmi in ospedale e la stessa cosa succede per la visita parenti,ti spogliano quando devi entrare,dopo che tu ci metti 2 ore a prepararti per i tuoi carie uguale all'uscita(tranne le flessioni),quasi la stessa cosa succede anche ai familiari dei detenuti.Non mi sembra proprio giusto,in più ci sono le guardie che,certi,hanno il vizio di fare gli arroganti facendoti sentire una nullità.Ora vi dico che del carcere di Pavia,Torre del Gallo.L'ingresso è uguale,poi però succede che stai chiuso 22 ore in una cella di 5 metri per 2(cella che potrebbe invece ospitare una singola persona),invece si è in 3,due letti a castello e la terza branda,sono quelle da campeggio al centro della cella,senza spazio per vivere o respirare,vi sembra giusto??Ora sono detenuto a Voghera e qui fino ad ora queste cose non succedono meno male.Ringrazio per la cortese attenzione e speriamo che le cose a breve cambino,perchè queste cose a gente col carattere più debole rimarrebbero scioccati.Cordiali saluti.Vi ringrazio per l'attenzione
18 Agosto 2013 Voghera                    Mirko Lucchetta

Riceviamo e pubblichiamo.La testimonianza di Mirko porta alla luce le umiliazioni che oggi si provano in carcere.La perquisizione personale,per quanto sia prevista dall'ordinamento penitenziario e serva a prevenire l'introduzione in carcere di oggetti non consentiti o droga,deve essere SEMPRE  effettuata nel rispetto della dignità della persona sottoposta a misura cautelare in carcere.La polizia penitenziaria oggi,dovrebbe disporre di mezzi elettronici,tali da evitare simili umiliazioni.Queste umiliazioni come ci ricorda Mirko,possono ledere profondamente la dignità del detenuto,molti,più fragili subiscono traumi psicologici che sfociano poi in atti estremi che ormai siamo vergognosamente abituati a leggere,suicidi in carcere ormai divenuti all'ordine del giorno.
Ringraziamo Mirko per la sua testimonianza! Davide e Francesca

Lettera di Shapov Vladimir

Mi chiamo Shapov Vladimir nato in Bulgaria il 2 Marzo 1979,detenuto nel carcere di Voghera dal 25 Giugno 2013.Vorrei poter esporre quanto segue:
Sono stato arrestato il 21 Dicembre 2010 colto in flagranza di reato e condannato a tre anni di reclusione.Ho scontato tutta la mia pena,4 mesi nel carcere di Como e 2 anni e 2 mesi agli arresti domiciliari.Ho concluso la mia pena il 22 Giugno 2013 ed il giorno 25 Giugno 2013 alle ore cinque del mattino mi hanno riaccompagnato nel carcere di Voghera,sempre per la stessa indagine percui sono stato arrestato nel 2010,visto che l'ordinanza è stata firmata nel maggio 2013 e preciso che sono sempre stato corretto nella mia detenzione agli arresti domiciliari. Come mai ,visto che si parla di sovraffollamento e ho constatato che il carcere è sovraffollato il Pm non ha deciso di prolungarmi gli arresti domiciliari in attesa di giudizio?? Mi sembra che la custodia cautelare in carcere sia usata più del dovuto e con troppa leggerezza!! Cordiali Saluti Shapov Vladimir
Preciso che in questi due mesi di detenzione domiciliare non ho visto né sentito il P.M o il G.I.P.Probabilmente sono in vacanza....

La vicenda di Vladimir è un altro esempio di malagiustizia,la carcerazione preventiva in Italia,il cui uso è sempre più ricorrente,criminale.I tribunali abusano di questa forma di privazione della libertà condizionando inesorabilmente la vita esterna che una persona cerca di ricostruirsi.Il carcere viene inteso oggi,come discarica sociale,dove la magistratura di primo ordine e di sorveglianza non sono in grado di fornire misure alternative alla detenzione in carcere.Più della metà di essi verrano riconosciuti innocenti ma tanto in carcere ce li mandano ugualmente..... Ringraziamo Vladimir per la sua testimonianza! Davide e Francesca

lunedì 26 agosto 2013

Lettera di Salvoni Moris

Carcere di Voghera 18 Agosto 2013

Sono Salvoni Moris nato a Orzinuovi 23.10.72 residente nella provincia di Brescia,scrivo per esporre quanto segue:
il 20 Giugno viene emessa a mio titolo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per evasione fiscale.Vengo accompagnato nel carcere di "Canton Mombello" di Brescia,una struttura vecchia ed obsoleta al primo impatto.Nei giorni seguenti ne ho avuto la conferma.Rimango in "sosta" per 5/6 giorni in una cella di 9mq che dividevo con altre tre persone.In cella non c'era né una scopa,nè spugne,nè detersivi per poter dare una sistemata.Dopo questa prima sosta mi trovano un posto nei comuni(nella sezione destinata ai detenuti per reati comuni):una cella di circa 30mq,mi trovavo a dividerla con altre 10 persone.
Canton Mombello uno dei carceri lager italiani,un vecchio monastero per suore trasformato negli anni 40' in carcere.So che ha una capienza di 240 detenuti circa,nei giorni che ho sostato io i detenuti erano circa 570.Gli assistenti veramente sgarbati e presuntuosi,penso anche per colpa del poco organico,non sono per niente d'aiuto alla popolazione carceraria.Il giorno 5 Luglio vengo trasferito nel carcere di Voghera senza preavviso,preciso che fino al 22 Luglio non mi erano nemmeno stati concessi i colloqui con mia moglie e i miei due figli di 16 e 10 anni. Oggi 18 Agosto sono ancora qua ad aspettare che la giustizia italiana torni dalle vacanze,per poter richiedere una detenzione alternativa a quella del carcere.A cosa serve la custodia cautelare? Preciso che ho una famiglia e un lavoro che potrei perdere se questo si protragga nel tempo.Se ho sbagliato pagherò ma solo dopo che sarò giudicato! Grazie per la cortese Attenzione Salvoni Moris
p.s: Preciso che sono incensurato

Questa testimonianza di Moris,porta alla luce il trauma di una prima carcerazione.Il signore che ha scritto questa lettera si trova alla sua prima esperienza con il carcere,il cui impatto è stato ancor più negativo,facendo il primo ingresso in un carcere,altrettanto tristemente noto,come molti altri,per essere un lager:"Canton Mombello".La paura della perdita dei propri affetti e di ciò che all'esterno di quelle mura si lascia.
Il Signor Moris pone alla nostra attenzione un altro importantissimo tema:quello della carcerazione preventiva in Italia,l'uso sconsiderato,criminale di questa privazione della libertà ingiusta,in quanto non ancora giudicato e quindi reo di aver commesso il reato.Ringraziamo Moris per la sua testimonianza! Davide e Francesca

Presentazione di Oltre le mura del castigo