mercoledì 4 settembre 2013

Lettera di Tedros Meresa dal Carcere di Terni

Io sottoscritto Tedros Meresa attualmente ristretto presso l'Istituto penitenziario di Terni voglio dare testimonianza dell'abbandono creato dalla "macchina Stato" per detenere coloro i quali vengono chiamati carcerati.In virtù delle attuali condizioni ormai insopportabili elenchero' solo le violazioni subite nel penitenziario ove risiedo;Naturalmente vi sono molte analogie con gli altri istituti da me visitati.Innanzitutto il concetto Regolamento é soggettivo dalla Casa di Reclusione dove si viene "Deportati" e sottolineo deportati in quanto noi detenuti per raggiungere una qualsiasi destinazione siamo costretti ad intraprendere viaggi di ore sui famosi cellulari dove lo spazio per ogni singola persona non supera il metro quadro,non vi sono cinture di sicurezza ed inoltre come se tutto questo fosse normale vengono applicate le manette,in modo che se ci fosse un qualsiasi incidente il malcapitato di turno si troverebbe ad urtare su tutto il perimetro metallico senza possibilita di riparo alcuno.Per quanto riguarda l'Ordinamento Penitenziario viene volutamente occultato al fine ultimo di non dare atti ai detenuti dei propri diritti e con questo mi ricollego alla soggettività dei regolamenti applicati a piacere delle direzioni amministrative in particolar modi nell'interesse che accomuna tutte le carceri e che frutta un notevole introito a discapito degli internati:mi riferisco al sopravitto o meglio alle scelte dei generi alimentari,igienici ed altro che non viene passato dal penitenziario.I prezzi di tali generi lievita di molto dai costi degli esercizi commerciali esterni e contrariamente a quanto riportato dall'Ordinamento Penitenziario non vengono istituite commissioni composte da detenuti che possano valutare le scelte delle amministrazioni.Pongo all' attenzione anche le razioni del vitto quotidiano che dovrebbe per legge rientrare nei criteri stabiliti sempre dal famoso Ordinamento Penitenziario,tengo a precisare che lo stato paga una cifra esorbitante in confronto al vero utilizzo di tale somma la quale comprenderebbe oltre al cibo anche i gsneri primari per ls pulizia della persona e dei locali ove soggiorna ma anziché essere distribuiti equamente vengono ammassati o peggio,neanche acquistati,pertanto mi chiedo dove finiranno mai i denari spesi per l'apparato detentivo e soprattutto perché il detenuto é costretto a pagare le spese di vitto e alloggio di una detenzione ai limiti della dignità umana?Inoltre aggiungo un altro grave problema che passa troppe volte inpunito e soprattutto taciuto:i suicidi dietro le sbarre,questi sono i gesti risultati da tutti quei disagi subiti dalle persone detenute.Nella fattispecie a Terni ce ne sono stati 3 nell'arco di pochi mesi e tanti altri tentati ma fortunatamente non portati a termine e ovviamente non vengono menzionati in nessun rapporto per evitare imbarazzo alla Direzione.In tutto ciò gli operatori sanitari effettuano colloqui a cronometro limitandosi alle domande di routine riguardante i dati anagrafici,anche se incolpevoli da questo punto di vista perché il vero colpevole é il sovraffollamento che impedisce qualsiasi iniziativa riabilitativa.Spenderò delle righe anche per una vecchia questione che in una società civile non è accettabile:Come la Corte di Strasburgo sin dai tempi dell'accordo sancito con i paesi facenti parte,dichiara incostituzionale,spero che si prendano provvedimenti in tal senso.

Riceviamo,pubblichiamo e ringraziamo Tedros Meresa per la sua testimonianza.Davide e Francesca

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